Il grado di disidratazione e il consumo di flocculante determinano i costi di esercizio
Tuttavia, i costi operativi e quindi l'efficienza economica della disidratazione dei fanghi sono in gran parte determinati dal grado di disidratazione e dal consumo di flocculante. Questi parametri sono tipicamente determinati in anticipo da test in loco su scala reale o in laboratorio, valutati nell'ambito della gara d'appalto e quindi utilizzati per aggiudicare il contratto. I dati di vendita in crescita della pressa a coclea Q-PRESS® di HUBER ne dimostrano la competitività.
Aumento dei prezzi dell'energia, autosufficienza energetica e sicurezza degli approvvigionamenti
Sebbene i costi energetici della disidratazione dei fanghi abbiano finora svolto solo un ruolo secondario nell'efficienza economica, una considerazione dettagliata può avere senso dal punto di vista dell'aumento dei prezzi dell'energia, della sicurezza dell'approvvigionamento o persino dell'autosufficienza energetica.
Consumo di energia elettrica per la disidratazione dei fanghi
Il consumo di elettricità di un impianto di disidratazione dei fanghi consiste tipicamente nei consumi individuali delle pompe di alimentazione, delle unità di trasporto, dell'unità di preparazione del flocculante e dell'unità di disidratazione stessa. Mentre per i componenti dell'impianto periferico di un sistema di disidratazione dei fanghi si può generalmente ipotizzare un consumo energetico specifico di circa 15 kWh/tTR per tutti i produttori, esistono differenze significative per le unità di disidratazione.
Consumo energetico di un'unità dimostrativa della pressa a coclea Q-PRESS® di HUBER
Il diagramma mostra un esempio di valutazione del consumo energetico delle singole utenze di un'unità dimostrativa del sistema HUBER Q-PRESS® in diversi impianti di trattamento delle acque reflue e in diverse condizioni di carico. Il consumo energetico specifico dei componenti dell'impianto periferico (senza pressa a coclea) è di circa 15 kWh/tTR. L'esperienza dimostra che questa percentuale è largamente indipendente dalla tecnologia di drenaggio utilizzata.
Solo il 30% del consumo totale di energia elettrica per la disidratazione dei fanghi
Dal diagramma si evince che la pressa a coclea richiede circa 5 kWh/tTR e quindi rappresenta solo il 30% del consumo totale di elettricità del processo di disidratazione dei fanghi. Le differenze nei requisiti energetici specifici tra le località di prova sono dovute ai diversi carichi solidi e alle diverse condizioni di carico.
Rispetto alle centrifughe decantatrici: risparmiate circa l'80 per cento di energia con una pressa a coclea
L'utilizzo di una moderna centrifuga decantatrice comporta un consumo specifico di elettricità di circa 40 kWh/tTR per la sola unità di disidratazione. Utilizzando una pressa a coclea, è possibile risparmiare circa l'80% di energia rispetto a una centrifuga decantatrice.
Il seguente esempio di calcolo, basato su una quantità di fango di 1.000 t di sostanza secca (circa 50.000 PE), illustra il potenziale di risparmio finanziario: ipotizzando un prezzo dell'elettricità di 0,26 euro/kWh, si ottengono costi annuali di elettricità pari a 10.400 euro per la centrifuga decantatrice e a soli 1.300 euro per la pressa a coclea.
Un risparmio analogo sui costi operativi di circa 9.000 euro all'anno si otterrebbe, ad esempio, con:
- un aumento permanente del grado di drenaggio di circa 0,5 punti percentuali, ipotizzando costi di smaltimento di 100 EUR/tTR
- una riduzione media della domanda di polimero di 3 kg/tTR a un costo del polimero di 3 EUR/kg
Il basso consumo energetico di una pressa a coclea può quindi influenzare il confronto economico con le centrifughe decantatrici e ridurre significativamente il consumo di elettricità per la disidratazione dei fanghi.